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lunedì 22 agosto 2011

Vestito medievale filologicamente corretto



Ho deciso di fare questo post per togliere diversi dubbi sugli abiti per le rievocazioni medievali filologicamente corretti poiché quest’anno ho deciso di farmi il mio vestito personale ed è stato un vero e proprio macello.

Svolgerò il post per punti così da farlo risultare più chiaro anche alla consultazione:
(Il periodo a cui mi riferisco è dal 1100 al 1300 circa, età tipica delle rievocazioni e dei cortei storici)

COSE DA EVITARE ASSOLUTAMENTE:
- Cuciture in vita
- Cerniere dietro la schiena e/o sui fianchi
- Abiti troppo aderenti e troppo scollati
- Abiti che scoprano le caviglie e le spalle
- Corsetti e nastrini di raso intrecciati
- Maniche a sbuffo o ampie
- Gonne strette a tubo
- Modelli stretti sotto il seno, stile impero


Questo abito a pressoché TUTTO SBAGLIATO!!!

Queste sono le dritte per un abbigliamento medievale italiano, se poi si vuole fare un personaggio di una specifica regione le regole cambiano..

MATERIALI DA USARE:
I materiali usati erano semplici e grossolani, come il lino e la lana, ai giorni d’oggi un buon compromesso si trova nel lino misto cotone, da evitare assolutamente sono il sintetico, il cotone, il damascato (troppo rinascimentale!) e il raso.
Sono accettati la seta e il velluto solo per rappresentare fasce MOOOLTO ricche ed avvenenti poiché, all’epoca, materiali di importazione.




COLORI DEI TESSUTI:

I colori da evitare sono il nero e il bianco, colori invece adattissimi sono i primari e i secondari (ricordiamo che le possibilità di colore erano limitate dalle sole tinture naturali, quindi i colori più frequenti erano il color lana grezza, il blu, il rosso, il marrone e il verde) ma mai in tonalità troppo accese,ma neanche troppo pallide: a una tonalità giallo canarino preferite la tonalità ocra, ad un rosso rubino preferite un rosso porpora, ad un blu ciano preferite un blu egiziano o un azzurro celeste e così via.. non mi dilungherò a tutte le possibili tonalità di colore.

Ok, e qui tutto bene, niente di strano..

Ora arriva il difficile.. IL MODELLO

Cos’è veramente filologico e cosa no?
Qui ci sono dei veri e propri pasticci perché le persone magari tentano di prendere inspirazione anche dai dipinti o dalle miniature dell’epoca, ma qui sta l’inghippo, e questo qual è? La difficoltà sta nella rappresentazione lontana dalla realtà, nel medioevo i modelli delle vesti erano molto simili tra uomo e donna, ma gli amanuensi e gli artisti per distinguere gli uni dagli altri usavano escamotage come ad esempio rendere più attillate le vesti o decorarle con merletti, cose che stando alle testimonianze storiche e ai ritrovamenti di vesti dell’epoca in tombe, cripte e così via, si discostano drasticamente dalla realtà. Le pitture più veritiere e di facile interpretazione che per ora ho trovato sono le immagini del Tacuinum Sanitatis, molte raffigurazioni di Santi e Madonne invece le eviterei perché creano solo della confusione.


Immagine presa dal Tacuina Sanitatis,
due donne e l'albero fiorito
Purtroppo il Medioevo non è stato quel florido periodo cavalleresco che i Romantici riportano nei loro libri e nelle loro dipinti, ma è stato sterminato da carestie, epidemie e guerre; possiamo dunque immaginare che in un epoca così difficile si facesse poco caso all’abbigliamento e alla “moda”.


Raffigurazione romantica di
una tessitrice medievale
Chiusa questa premessa possiamo veramente discutere del modello del vestito.
La mia sarta l’ha definito un sacco svasato, ovvero un vestito a sacco che si allarga sui lati della gonna a campana.
Comune sia per gli uomini (fino al ginocchio) che per le donne (fino a coprire la caviglia),  aveva uno scollo tondo e maniche tubolari. Si fissava in vita con una cinta in cuoio o con una corda in stoffa intrecciata e sotto di esso veniva portata una camisa di lino o di lana a seconda delle stagioni di un colore neutro e grezzo.
Il vestito è pressoché completato.. Lo so, visto così è proprio triste ma nessuno si dovrebbe aspettare di meglio per una corretta ricostruzione storica.
Purtroppo il nostro immaginario medievale è stato “inquinato” dal romanticismo e dalla marea di film Fantasy che catturati dal magico mondo di leggende e cavalieri ha rivisitato questa era storica in modo lussuoso e pomposo. Tutti si potrebbero sentire dei forti cavalieri o delle eleganti principesse vestiti come ne Il Signore Degli Anelli ma la realtà spesso non è così..

Abito medievale filologicamente corretto
 con decori sul collo realizzati a mano.


A voi poi la scelta..



mercoledì 17 agosto 2011

Notre Dame de Paris 2011.. Che spettacolo!!!!!

Emozioni a non finire, grandi applausi, voci bellissime, un corpo di ballo eccezionale!Tutto questo ieri al Teatro Regio di Parma per il grande debutto del tour che festeggia il decennale dell’opera musicale moderna più vista in Italia: Notre Dame de Paris.L’attesa alle stelle e la curiosità di tutti per il nuovo cast sono state ampiamente ripagate!Dopo giorni di prove senza sosta, dopo la prima generale di martedì sera, ieri a salire sul palco sono stati Alessandra Ferrari (Esmeralda), Angelo Del Vecchio (Quasimodo), Lorenzo Campani (Clopin), Luca Marconi (Gringoire), Marco Manca (Frollo), Oscar Nini (Febo), Serena Rizzetto (Fiordaliso).In sala erano presenti il compositore Riccardo Cocciante, il regista Gilles Maheu, il coreografo Martino Müller, e i produttori David Zard e Charles Talar.Tra gli applausi del pubblico elettrizzato, Riccardo Cocciante è salito sul palco ringraziando e presentando il regista, il coreografo, i produttori, tutti gli artisti, nonché tutti coloro che lavorano dietro le quinte (tecnici, staff, truccatrici, etc.), e concludendo con un ringraziamento speciale al pubblico:
“Un grazie va a tutti voi che con il vostro calore e il vostro affetto contribuite al successo di quest’opera”. 
Il risultato è indiscutibile con il tutto esaurito fin dalla prima e l’aggiunta di nuove recite. Inoltre, in seguito alle prove generali e dopo un’ulteriore valutazione tecnica degli angoli di visuale, da ieri sono stati messi in vendita, presso il botteghino del Teatro Regio di Parma, 100 ulteriori biglietti al giorno per ottimi posti nelle prime file.Ancora una volta, quindi, il musical dei record non tradisce le attese e mantiene alto il nome di uno spettacolo che ha emozionato e continua ad emozionare milioni di persone: un capolavoro senza tempo e senza frontiere visto in Italia da oltre 2 milioni e mezzo di persone.



domenica 8 maggio 2011

Introduzione alla Stregoneria Tradizionale

Preso dal sito Ars Strigae 
scritto e pensato da Dorilys


Il dizionario della lingua italiana cita:” Stregoneria: 1-L’arte delle streghe e degli stregoni. 2-Operazione magica compiuta ai danni di qualcuno”. 



Queste due definizioni sono assai discutibili. La prima, è pressoché ovvia, colui che pratica la stregoneria è una strega se femmina, stregone se maschio. La seconda, per molti potrebbe essere un’offesa, per altri, come me è una definizione culturale della figura che la parola “strega” incarna. Dunque, cosa è la stregoneria e chi la pratica, come, perché?
La stregoneria, è essenzialmente, un insieme di pratiche di magia popolare attuabili alla vita quotidiana. Le streghe, coloro che praticano la stregoneria, sono donne che conosco bene il potere di tutti gli oggetti di  uso quotidiano.  Ormai l’ideale di Stregoneria è stato fortemente deviato dagli studi di antropologi dello scorso secolo, come Gerald Gardner, quando c’è da precisare che l’antropologia era una disciplina appena nata. Oggigiorno nella mente di molti, le streghe sono: figli dei fiori nati tardi, dediti ai buonismi e stupidaggini new age, oppure, persone che non hanno assolutamente niente da fare nella loro vita che passarla ad adorare il Diavolo e dedite a varie esperienze sataniche.  La stregoneria non è niente di tutto ciò, le streghe non sono niente di tutto ciò. La stregoneria è prima di tutto uno stile di vita, benché nella pratica stregonesca viene spesso attribuito una componente divina, non tutte le streghe praticano la stregoneria seguendo la stessa religione.  Essendo la stregoneria una filosofia di vita, essa è adattabile alla filosofia spirituale.

Il mito della Vecchia Religione

Ormai il termine “vecchia religione” è associato alla wicca o ancora peggio ed una alternativa semplice per distaccarsi dalla filosofia wicca e dare un tono più serio alla propria fede. In realtà il termine Vecchia Religione è stato impropriamente usato per definire una tradizione popolare dedita al culto di divinità pagane, o comunque forme di tradizione spirituale delle campagne. L’associazione alle divinità pagane è venuta dal fatto che, la gente di campagna vivendo a stretto contatto con la Natura, è soggetta alle sue leggi ed ai suoi moti, tanto che ne onorano gli Spiriti. Da qui, all’associazione di divinità prettamente legate alla natura come il dio celtico Cernunnos, è breve. Questo è stato il grande ragionamento quando ha tentato di ritrarre fuori una pseudo religione italiana definendola appunto Vecchia Religione. Ma quanto c’è di vero negli scritti di Leland?
Le fonti non accertano dell’esistenza di nessuna società di Diana, ne quanto meno di un culto della dea Aradia, infatti l’opera di Leland:” il vangelo delle streghe” che spesso viene interpretato come un vero e proprio vangelo cristiano, è un documento che andrebbe analizzato in diversi livelli e non letto come mera favola. Il Vangelo descrive la società contadina dell’epoca, non saprei spiegare se per semplicità o per ermetismo che Leland abbia scritto di un culto del quale le fonti negano l’esistenza. Però,  il grosso errore di Leland anche se probabilmente non era sua intenzione, è stata quella di creare una branca che aveva la presunzione di scostarsi dalla wicca, quando non è soltanto che una copia. Questo perché molto spesso gli argomenti sono stati affrontati in modo superficiale e pressappochista.
Di fatto, la vecchi religione non esiste. Il culto di Diana, Aradia e Lucifero è una metafora per parlare di altro. Questo Leland probabilmente lo sapeva, ma la massa sicuramente non lo sa.


Tradizioni e Culti

La Stregoneria, almeno in Italia vanta di moltissime pratiche differenti che possono variare da regione a regione, queste pratiche sono ben analizzate nel libro:”Stregoneria in Italia” di Andrea Romanazzi. L’autore ha diviso per argomenti ogni capitolo del libro analizzando cosa rappresentassero per la società e descrivendo alcune pratiche di precise regioni.
Una massima Wicca cita:”Fa’ ciò che vuoi ma non danneggiare nessuno”. Chi segue questa filosofia di vita, è chiaro che non è adatto per seguire una filosofia di vita improntata sulla Stregoneria. Con questo non voglio dire che la Stregoneria è dedita a far del male al prossimo, ma bensì la pratica della stregoneria ci aiuta ad ottenere quello che ci manca. Per citare Dragon Rouge:” La strega è responsabile delle sue azioni e ne deve rendere conto solo alla sua coscienza” questo non vuol dire che l’unica regola è l’anarchia totale, ma si presume, che la strega conosca i valori, sia saggia, e sappia come usare al meglio le sue doti. I buonismi non fanno parte della filosofia della stregoneria, così come non né fa parte l’avarizia, l’invidia e così via dicendo.
Nell’iconografia e nell’immaginario della massa la strega è colei che passa il tempo a rimestare il calderone per avvelenare qualcuno. Benchè il calderone abbia un valore alchemico importante, la strega è molto di più, la strega è: conoscenza, ricerca, esperienza, pratica, filosofia, ragionamento, confronto, comprensione, umiltà e perseveranza. Non si può essere streghe senza conosce, non si può essere streghe avendo la presunzione che qualche libro e internet possano bastare. La strega è colei che ricerca la stregoneria per il resto della sua vita. La strega è una sapiente. 

Le tradizioni pagane e la caccia alle streghe

Strettamente associabili alla stregoneria sono le tradizioni pagane, esse per spiritualità sono legate al culto della Natura, di conseguenza con l’avvento del Cristianesimo, tutto ciò che era pagano e quindi legato alla Terra, divenne eresia. Ma qui c’è da dire moltissimo. La caccia alle streghe non fu solamente una caccia spietata verso le donne di ogni estrazione sociale, era ancora più una caccia spietata verso la conoscenza e l’intelletto, di cui l’uomo può andare molto fiero. Nell’ideologia new age abbiamo la strega medievale come una donna pagana, che abbracciava gli alberi e pregava una divinità che Leland non aveva ancora inventato. In realtà le streghe morte sul rogo erano sagge, maestre, filosofe, guaritrici, così come lo erano anche gli uomini.
La caccia alle streghe è un fenomeno antropologico che merita la giusta attenzione in un articolo differente da questo.

Aspetti antropologici della Stregoneria

Qui di seguito vi riporto una parte dell’articolo sulla stregoneria tratto da Wikipedia, che merita una riflessione:
Anche alcuni aspetti della medicina primitiva, che agiscono a livello psicologico, riguardano la stregoneria nel senso più ampio del termine, per cui si differenziano dalle pratiche empiriche (cioè dai semplici gesti) seguite dalle genti allo stato di natura: esistono specifici individui (sciamani o medici-stregoni) che si occupano di questi particolari aspetti adottando un rituale tipico della stregoneria. Data la loro funzione di dominare le forze occulte, gli officianti devono essere persone adatte e specificatamente preparate allo scopo, spesso con un tirocinio lungo, duro e complicato; la loro funzione, quando è svolta nell'interesse della comunità, viene considerata come un sacerdozio e lo stregone viene punito se non svolge efficacemente i propri doveri; non di rado la professione viene conservata nell'ambito di un solo clan o trasmessa per via ereditaria. Poiché gli spiriti, secondo le credenze popolari, sono entità bizzarre e complesse, la stregoneria deve avvalersi di pratiche magiche e rituali, spesso incomprensibili agli occhi degli altri, che sono accuratamente determinate in funzione degli scopi e degli spiriti interlocutori: si hanno così rituali per ottenere l'aiuto nelle varie attività umane, rituali per tutte le manifestazioni sociali, rituali per le pratiche richieste dai singoli (malattie, viaggi, nascite).


Al contrario della precedente, la stregoneria intesa come magia nera viene praticata al di fuori del gruppo umano e i suoi officianti non hanno funzioni sacerdotali: questi uomini (stregoni, fattucchieri, ...) sono odiati e temuti e non di rado, se oltrepassano certi limiti, vengono messi a morte. Le loro pratiche, spesso dai profani confuse con quelle descritte in precedenza, si avvalgono esclusivamente della magia e del terrore, indotto con mezzi sia psicologici sia materiali (atti di violenza, veleni, ecc.).

A volte i capi di un gruppo umano ricorrono alla stregoneria per motivi esclusivamente politici e in tal caso lo stregone assume le funzioni sia di sacerdote che di consigliere; questo aspetto è frequente in quei gruppi etnici retti da re divini oppure organizzati in chefferies (ovvero insieme di famiglie che dipendono da un medesimo capo tribale).”

Quando si vuole cominciare un cammino dedito alla Stregoneria

E’ probabile che visto che la stregoneria è tutto e niente, ci si possa trovare spiazzati nel cominciare. Ci sono moltissimi libri validi, altri meno, io consiglio sempre di leggere tutto, perché c’è sempre qualcosa di buono in un libro. Ho avuto molto buone ispirazioni da libri pessimi. Non esiste un modo preciso per cominciare a varcare la soglia. Si comincia semplicemente, il resto viene da sé. Ma è giusto dire che quando si comincia, non si arriverà tanto presto alla meta. Potrà passare una vita intera prima che voi possiate essere effettivamente delle Streghe. Se non vi piace studiare, se non siete curiose, se non avete voglia di apprendere, se pensate che sia facile. Questo non è il cammino che fa per voi.
La stregoneria segue i ritmi naturali della Natura. Per cominciare a vivere da streghe bisogna riscoprire la propria condizione di essere umano nella Natura, di essere umano in quanto animale di specie umana. Molto spesso quando si comincia questo cammino, si pensa subito ad ottenere strumenti, erbe rarissime, ed altre venalità di questo genere. Per prima cosa, io consiglio sempre di riallacciare i propri contatti con madre natura, poi strumenti e chincaglierie varie verranno da sé. Abbracciate per prima cosa una pratica pura. Cominciate a notare i cambiamenti climatici, l’alternasi delle stagioni, dedicatevi alla cura delle piante e osservate il loro ciclo vitale. Una volta comprese le leggi di Madre Natura, è possibile cominciare un cammino spirituale verso di essa. 

Perché le streghe sono donne?

Nell’ideale comunque la donna è stata sempre condannata per essere capace del mistero più grande:la capacità di donare la vita. Nelle Metamorfosi, Apuleio ci narra fa notare come le streghe, in senso positivo e negativo siano femmine. Perché? Personalmente credo perché la donna ha la capacità della creazione, come sappiamo dare la vita, sappiamo creare, e quindi trasformare le energie a nostro piacimento. Ma non tutte le donne sono uguali. Un passo interessante del libro:”Manoscritto Sapienzale Femminile” è quelo che narra appunto che non tutte le donne sono streghe, ma bensì quelle donne dedite alle frivolezze tanto quanto sono dedite alla coscienza. Le donne che son streghe, sono dedite al culto del bello, ma anche alla cose che riguardano la saggezza. Esse sono versatili ed astute. Non si nasce con queste doti, ma con perseveranza possono essere acquisite.  La società moderna ha fatto si che le donne fossero invidiose l’une delle altre per via di un concorrente comune: il maschio. Le donne hanno dimenticato quando sia importante una condivisione con le altre donne, perché solo essere possono capire i propri misteri, meglio ancora se queste donne sono streghe.
Concludo citando una parte del Manoscritto Sapienzale Femminile, parte a me molto cara, forse avrei dovuto aver la premura di tradurlo per voi, ma così facendo verrei meno a quanto ho scritto precedentemente:

Cum temporum obscuritas tam alta fit ut distictionem veri a falso, iusti ab iniusto, pulchri ab turpi, sacri ab vulgari atque nobilis ab ignobili intellegi non permittat, fortasse clare loqui licet, quia tanti intellegere poterit comprehendet.



Bibliografia:
Andrea Romanazzi – La Stregoneria in Italia
Anonima – Manoscritto sapienziale femminile
Dragon Rouge – Striaria
Wikipedia
Anonima – Manoscritto dialettale di una guaritrice di campagna
Vanna de Angelis – Le streghe

venerdì 6 maggio 2011

Perchè i gatti graffiano?

Perchè i gatti graffiano? E’ una reazione istintiva oppure si tratta di una sorta di risposta esagerata ad un errato comportamento del padrone? Lo fanno perchè si sentono trascurati, oppure riguarda solo di noia e abitudine? In ogni caso, chi alleva unmicio tra le quattro pareti domestiche, sa che prima o poi questo si  “rifarà le unghie” sui propri mobili e accessori.
Ecco che l’impietosa fine di divani, sedie, tende ed oggetti vari è assicurata. A questo punto è chiaro che scatta un duro rimprovero perchè ha rovinato qualcosa a cui eravamo affezionati o che ci era costato molti soldi e fatica per ottenerlo.Tuttavia punire l’amico a quattro zampe, in tal caso, ha davvero poco senso. I motivi per il quale ha seguito tale atteggiamento, sono essenzialmente due: il primo è di tipofisiologico per la necessità di limarsi le unghie, l’altro psicologico. Il gatto, infatti, si sente insicuro e tenta di tranquillizzarsi marcando il territorio.

Proprio per via delle ragioni che portano il gatto a comportarsi in tal modo, sarebbe davvero inutile arrabbiarsi e, allora cosa è meglio fare? Come si fa poi a mantenere la calma? Verificate che i graffi vengano fatti in non più di due punti della casa e, in questo caso, il motivo sarà legato solo al fatto che deve regolarsi gli artigli. Meglio, in questo caso, cercare di indirizzare il micio verso altri oggetti a noi graditi. Potete scegliere il “tiragraffi” che inizialmente si potrà mettere vicino alla zona che il micio frequenta sempre. Dovrete incoraggiarlo a farne uso, gratificandolo con carezze e ricompense. Non appena il cucciolo si sarà abituato potrà essere spostato. Il gattoinsicuro, invece, comincerà a graffiare vari angoli delle quattro pareti domestiche soprattutto dove gli odori sono intensi. In questo caso, meglio rivolgersi al veterinario per comprendere i motivi del suo stato psicologico.

lunedì 14 marzo 2011

Giornate tipo di un cane..

Ho voluto condividere questo bell'articolo con voi e spero che sia spunto di riflessioni per tutti... 
Per me lo è stato..

La mia giornata tipo durante i sette anni in cui ho vissuto nel canile:
Svegliarsi all'alba; annusare l'aria.
Aspettare la luce del giorno.
Fissare il cielo.
Fissare il cemento.
Fissare il cielo.
Fissare il cemento.
Fissare ancora il cielo.
Litigare con compagni di box per il cibo.
Fissare ancora il cemento.
Aspettare.
Aspettare che succeda qualcosa: niente. Non succede niente.
Allora, tornare a fissare il cielo.
Fissare il cemento.
Fissare il cielo.
Fissare il cemento.
Annusare l'aria.
Aspettare sempre che succeda qualcosa.
Cercare di ricordare il muso della mia mamma quadrupede: niente. Non me la ricordo più.
Quindi, annusare il cielo.
Fissare il cemento.
Aspettare l'imbrunire.
Litigare con compagni di box perchè nervosi.
Sdraiarsi sul cemento.
Sentire freddo.
Fare pace con compagni di box per tenersi caldi.
Provare a dormire, fissando il cielo.
Aspettare l'alba per ricominciare tutto da capo.




La mia giornata tipo nella nuova famiglia:
Svegliarsi all'alba; annusare l'aria.
Fissare mamma e papà umani per due orette (che belli!), finchè non si svegliano.
Al primo accenno di movimento, cominciare ad agitarsi, scodinzolando, zompettando e saltando per tutta la casa.
Mangiare la colazione preparata dalla mamma.
Mentre mamma e papà umani fanno la loro colazione, fissarli intensamente per ottenere fetta biscottata.
Salutare pigrona di sorella quadrupede che si sveglia per ultima.
Andare con papà umano a fare passeggiata.
Al rientro, fermarsi in cucina per fissare pacco fette biscottate sperando che cada dal tavolo. Niente. Non cade.
Giocare con palllina.
All'ora di pranzo, sedersi esattamente nel mezzo fra mamma e papà sperando di ottenere fetta biscottata.
Fare altra passeggiata con papà.
Annusare con attenzione e scrupolo ogni ruota di macchina che si incontra nel tragitto.
Fare cacca davanti al portone del setter del vicino di casa. Quello antipatico.
Tornare a casa.
Fissare scatola fette biscotatte: forse adesso cade dal tavolo. Niente.
Giocare con pallina.
Schiacciare pisolino ristoratore.
Appena buio, mangiare cena tutti insieme: io, mamma umana, papà umano e sorellina quadrupede.
Finire tutto il più veolocemente possibile per avere tempo di sedersi esattamente nel mezzo fra mamma e papà per impietosirli con sguardo languido al fine di ottenere fetta biscottata.
Spaparanzarsi per due/tre ore sotto il divano e prendersi le supercoccole da papà.
Fare ultima passeggiata con papà: la più bella. Io e lui da soli.
Annusare aria fresca.
Fare pipì a tutti gli angoli di tutti i palazzi. Con scrupolo.
Fare cacca davanti al portone del setter del vicino di casa. Non lo sopporto proprio quello lì.
Rientrare e scodinzolare fortissimo sperando di ottenere fetta biscottata.
Andare in cuccia morbida.
Dormire.
Sognare un mondo fatto di fette biscottate.
Aspettare l'alba per ricominciare tutto da capo.



Tratto da cose da cani

domenica 27 febbraio 2011

L' "impurità rituale" della donna

Nel corso di gran parte della storia, specialmente in Occidente, le donne sono state considerate ritualmente impure.
Secondo la tradizione Ebraica, una donna, durante il flusso mensile, era regolarmente in uno stato di corrompimento rituale .
Simili tabù contro le mestruazioni esistevano anche nelle culture pagane Greche e Romane.
Attraverso la loro sessuofobia, i Padri della Chiesa hanno aggravato la paura della impurità rituale delle donne .

Coloro che guidavano la Chiesa erano atterriti che l'impurità potesse profanare la santità degli edifici sacri, del santuario e soprattutto dell'altare.
In un tale clima, ed in modo via via crescente, tutti gli aspetti relativi al sesso ed alla procreazione vennero considerati come contaminati dal peccato,ed i teologi giunsero alla conclusione che ad una 'creatura impura' come la donna non può essere affidata la cura delle cose sacre a Dio..
Una lunga serie di proibizioni fondate sul presupposto della 'impurità rituale' delle donne è rimasta nel Codice di Diritto Canonico negli ultimi 700 anni.

Sulla base di questo scenario, non dobbiamo sorprenderci se scopriamo che la grande maggioranza dei Padri, dei legislatori canonici, dei teologi e dei capi della Chiesa fossero dell'opinione che ad una persona 'ritualmente impura' non potesse essere affidato il ministero dell'Eucarestia .
Ma è anche chiaro che questo tipo di prevenzione sociale e culturale invalida il loro giudizio sulla opportunità dell'ordinazione delle donne.
La paura Ebraica della contaminazione col sangue mestruale
Il testo chiave del Vecchio Testamento sulla contaminazione nei periodi mensili è il Levitico 15,19-30 che contiene le seguenti prescrizioni:

“La donna che al ricorso mensile ha il suo flusso di sangue, sarà segregata per sette giorni.”

“Chiunque la toccherà sarà impuro sino a sera.”

“E ciò su cui essa abbia dormito o si sia seduta nei giorni di quella sua segregazione, sarà impuro.

Chi toccherà il suo letto si laverà le vesti e la persona con acqua, e sarà impuro sino a sera.
Chiunque toccherà una cosa qualsiasi sulla quale essa si sia seduta, si laverà le vesti e la persona con acqua, e sarà impuro fino a sera.”

“Se un uomo si sarà congiunto con lei nel tempo del suo flusso mensile, sarà impuro per sette giorni, ed ogni letto ove dormirà diverrà impuro.”

“La donna che fuori del ricorso mensile abbia per più giorni perdite di sangue, o alla quale il sangue non cessi dopo il detto ricorso, sarà impura per la durata di tale incomodo, come durante il flusso mensile.”

“Ogni letto ove avrà dormito, come ogni oggetto sul quale si sarà seduta, sarà impuro.
Chiunque la toccherà si laverà le vesti e la persona con acqua, e sarà impuro sino a sera. Se il sangue si fermerà, e cesserà di fluire, essa conterà sette giorni dalla sua guarigione.
Il giorno ottavo, offrirà per sé al sacerdote due tortore o due colombine, all'ingresso del tabernacolo della testimonianza.
Il sacerdote ne sacrificherà uno per il peccato, e l'altro in olocausto; e pregherà innanzi al Signore per lei e per la sua purificazione.”

“Insegnate dunque ai figli d'Israele a guardarsi dall'impurità acciò non muoiano nella loro impurità, dopo aver macchiato il mio tabernacolo che sta in mezzo a loro.”

Queste leggi vennero rese ancora più onerose e complicate dalla tradizione rabbinica che seguì. Le conseguenze per le donne erano:

“Ogni mese, c'erano sette o più giorni duranti i quali erano considerate ritualmente impure.”

“Dovevano purificarsi dopo il parto; dopo la nascita di un figlio la madre rimaneva impura per 40 giorni, se nasceva invece una bambina, la madre era considerata impura per un periodo doppio, 80 giorni” (Levitico 12,1-8).
Il tabù delle mestruazioni nella cultura Greco-Romana
Il tabù contro le donne durante la gravidanza e le mestruazioni erano comuni a molte civiltà antiche nei secoli pre-Cristiani. Non solo le donne erano considerate esseri "impuri" durante questi periodi, ma correvano il pericolo di comunicare ad altri la loro impurità .

“In seguito al contatto con una donna in questo stato, il mosto inacidisce, i semi diventano sterili, gli alberi appassiscono, quelli da frutto si seccano e i loro frutti cadono solo che essa si sieda sotto; ... solo che ne venga guardato uno sciame d'api immediatamente morrà, mentre il bronzo e il ferro immediatamente arrugginiranno ... un cane che ne assaggi il sangue, impazzirà ed il suo morso diventerà velenoso come nella rabbia. Inoltre, il bitume che in certi periodi dell'anno si vede galleggiare sulla superficie del lago di Galilea può essere ridotto in pezzi unicamente mediante un filo che sia stato immerso in detta infetta materia. Un filo da un vestito infetto è sufficiente. Il lino, toccato da una donna durante la bollitura o la lavatura in acqua diventa nero. Così magico è il potere delle donne durante i periodi mestruali che la grandine ed i turbini sono trascinati se il sangue mestruale è esposto ai bagliori dei lampi" da Plinio il Vecchio, Storia Naturale , libro 28, cap. 23, 78-80; libro 7, cap. 65.

"Le viti giovani soffrono irrimediabilmente del contatto con una donna in tale stato, mentre la ruta e l'edera seccano all'istante."

"Le piante perdono il colore, se toccate da una donna che abbia su di sé lo spurgo mestruale."
I Padri Latini ed il tabù delle mestruazioni
Durante i primi cinque secoli dell'era Cristiana, la Chiesa di lingua Greca e Siriaca protesse le donne dagli effetti peggiori del tabù delle mestruazioni. Nel 3° secolo la Didascalia spiega che le donne non sono impure durante questi periodi, che non hanno bisogno di abluzioni rituali e che i loro mariti non dovrebbero abbandonarle. Le Costituzioni Apostoliche hanno ripetuto questo messaggio rassicurante. Nel 601, Papa Gregorio I accolse questa visione. Le donne mestruate non dovrebbero essere tenute fuori dalla chiesa e allontanate dalla comunione. Ma questo messaggio veramente cristiano fu sfortunatamente travolto da un intensificato pregiudizio nei secoli successivi.

Furono i Padri Latini che reintrodussero un'isterìa sessuofobica nella morale Cristiana. Cominciò Tertulliano (155-245) quando dichiarò che anche il matrimonio legale ‘è contaminato dalla concupiscenza’. San Gerolamo (347-419 ) continuò su questa linea di pensiero , insegnando che la corruzione intacca tutti gli aspetti dei rapporti sessuali, anche nel matrimonio legittimo. Il matrimonio, con tutta la sporcizia del sesso, sarebbe venuto solo dopo la caduta di Eva. Nessuna meraviglia dunque se San Gerolamo ritenga che 'il fluido mestruale' renda le donne impure.

Diventando uomo, Gesù tollerò le “rivoltanti condizioni” dell'utero.
Astenendosi dal sesso una donna può diventare come “un uomo”.
Una donna sposata è santa solo se vive come una vergine.
La verginità è l'originale e pura condizione umana; il matrimonio venne con il peccato.

Sant' Agostino (354-430) non fu da meno. ‘Il piacere’ durante i rapporti viene associato alla concupiscenza , conseguenza del peccato. Nel matrimonio, il sesso è peccato, anche se 'veniale'. Il 'piacere' dei rapporti è, nei fatti, il mezzo attraverso il quale si è manifestato il peccato originale. Perciò il seme umano è corrotto. Anche a lui era chiaro che una donna mestruata non avrebbe mai potuto servire all'altare come sacerdote.

I rapporti sessuali nel matrimonio sono permessi solo a causa della debolezza umana , o per generare figli.
Se Adamo ed Eva non avessero peccato, Dio avrebbe creato i loro figli senza bisogno dei rapporti sessuali.
I rapporti sessuali che intercorrono nel matrimonio senza generare figli sono un peccato veniale.
Gesù non è nato da un rapporto sessuale, cioè dal 'peccato della carne'.
La vergogna dei rapporti prova la sua origine dal peccato.
La concupiscenza, anche in un buon matrimonio, passa attraverso il peccato originale.
Il piacere carnale nel matrimonio è conseguenza del peccato originale.
A causa del peccato originale il seme umano è corrotto.
Il desiderio negli organi sessuali è segno della concupiscenza causata dal peccato.
Il piacere nel matrimonio è una malattia.
Un buon Cristiano evita ogni unione con la moglie ed i rapporti sessuali.
La coppia Cristiana perfetta vive come fratello e sorella.
‘Il piacere’ durante i rapporti è veicolo del peccato originale.

La prassi nella Chiesa nei secoli successivi
Già nel 241 Dionisio, Arcivescovo di Alessandria, scriveva: “le donne mestruate non devono venire all'altare, o toccare il Santo dei Santi, né venire in chiesa, ma pregare altrove.” Queste erano voci rare nella Chiesa d'oriente, dove le diaconesse servivano in tutte le diocesi.
Il vero problema però fu in Occidente, nelle diocesi di lingua Latina, l' Africa del Nord, l' Italia, la Francia e la Britannia.
Il Concilio di Cartagine (concilio locale) nel Nord Africa (nel 345) introdusse severe regole di astinenza per i vescovi, i sacerdoti ed i diaconi.
I Concili locali in Francia: Orange (441) ed Epaon (517), decretarono che nella loro regione nessuna donna venisse ordinata diacono. L'ovvia ragione era la paura che le donne mestruate profanassero la chiesa.
Papa Gelasio I (494) protestò per il fatto che le donne servissero all'altare.
Il Sinodo diocesano di Auxerre (588) decretò che le donne dovessero coprirsi le mani con un panno nel momento di ricevere la comunione.
Il Sinodo di Rouen (650) proibì che i sacerdoti porgessero il calice nelle mani delle donne o che li aiutassero nella distribuzione della comunione.
Il vescovo Timoteo di Alessandria (680) stabilì che le coppie si astenessero dai rapporti il sabato e la domenica ed il giorno prima di ricevere la comunione. Stabilì inoltre che le donne mestruate non ricevessero la comunione, non potessero ricevere il battesimo o visitare la Chiesa nel giorno di Pasqua.
Il vescovo Teodoro di Canterbury (690), ignorando la lettera di Papa Gregorio al suo predecessore, proibì che le donne mestruate visitassero la chiesa o ricevessero la santa comunione. Le madri rimanevano impure per quaranta giorni dopo aver dato la vita.
Il vescovo Teodolfo di Orléans (820) proibì alle donne di entrare nel santuario. Inoltre: “Le donne dovrebbero ricordare la loro debolezza, e l'inferiorità del loro sesso: e perciò dovrebbero aver paura di toccare qualsiasi cosa sacra che sia nel ministero della Chiesa.”

I teologi Scolastici e l' impurità rituale delle donne
La retorica contro la presunta impurità rituale delle donne venne proseguita dai teologi del Medioevo.

“Alle donne non è permesso visitare la chiesa durante le mestruazioni o dopo la nascita di un figlio. Perché la donna è un animale mestruato. Attraverso il contatto col suo sangue i frutti non matureranno. Il mosto degenera, l'erba si secca e gli alberi perdono i loro frutti anzi tempo. Il ferro arrugginisce e l'aria diventa scura. Quando i cani lo assaggiano, diventano rabbiosi.” Paucapalea, Summa, Dist. 5, p. § 1 v.

Una donna non può distribuire la comunione agli infermi e deve rimanere fuori dalla chiesa dopo il parto. Ecco le ragioni: “Quel sangue è così esecrabile ed impuro che, come ha scritto Giulio Solinus nel libro 'i miracoli del mondo', al suo contatto i frutti non maturano, le piante seccano, l'erba muore, gli alberi perdono i loro frutti, l'aria diventa scura, i cani diventano rabbiosi ... Ed i rapporti al tempo del periodo mestruale diventano molto rischiosi. Non solo a causa dell'impurità del sangue devono essere evitati i contatti con una donna mestruata: da tali rapporti vengono generati feti alterati.” Rufinus, Summa Decretorum, passim.

Le donne non possono toccare alcun oggetto sacro. La nascita di un bambino porta con sé una duplice maledizione: “C'erano due comandamenti nella Legge (il Vecchio Testamento), il primo relativo alla madre che dà la nascita, il secondo a colui che nasce. Riguardo alla madre, se dava alla luce un figlio maschio, essa doveva guardarsi dall'entrare nel Tempio per quaranta giorni come una persona impura: perchè il feto, concepito nell'impurità, pare che rimanga informe per quaranta giorni. Ma se nasce una femmina, lo spazio di tempo veniva raddoppiato, per il sangue mestruale, che accompagna la nascita, considerato particolarmente impuro perchè al suo contatto, come afferma Solinus, i frutti e le erbe appassiscono. Ma perchè il tempo per una bambina femmina è stato raddoppiato? Questa è la soluzione: perchè una duplice maledizione grava sulla donna. Perchè su di lei grava la maledizione di Adamo e per la punizione 'tu partorirai con dolore'. O, forse, perché, come la scienza medica rivela, durante il concepimento le figlie femmine restano informi per un tempo doppio rispetto ai maschi.” Sicardo di Cremona, Mitrale V, cap. 11.

Il pregiudizio relativo 'all'impurità rituale' delle donne ha determinato una lunga serie di proibizioni nella Legge Ecclesiastica.
La presunta 'impurità rituale' delle donne entrò nella Legge Ecclesiastica specialmente attraverso il Decretum Gratiani (1140), che divenne legge ufficiale della Chiesa nel 1234, come parte vitale del Corpus Iuris Canonici che restò in vigore fino al 1916.

Una donna non può distribuire la comunione.
Una donna non può insegnare.
Una donna non può insegnare o battezzare.
Una donna non può toccare gli oggetti sacri.
Una donna non può toccare o indossare paramenti sacri.

Le proibizioni rituali contro le donne nel Corpus Iuris Canonici (composto da collezioni normative formatesi tra i secc. XIII e XV e "ufficializzate" col concilio di Trento nel sec. XVI e poi, nel sec. XX, dal Codice di diritto canonico Codex iuris canonici del 1917) possono essere evidenziate con altri esempi :

Una donna non può essere ordinata.
Una donna non può,in circostanze normali , battezzare.
Una donna non può toccare il corporale.
Una donna non può ricevere la comunione durante i periodi mestruali.
Una donna può ricevere la comunione nelle mani solo se le mani sono coperte da una tovaglia o sulla lingua.
Una donna deve essere velata quando riceve la comunione.
Una donna non può cantare in Chiesa.

La proibizione per le donne di 'cantare in chiesa' venne ripetuta più volte dalla Sacra Congregazione per la Liturgia . 'Le ragazze o le donne non possono essere membri di nessun coro' (decreto 17 settembre.1897). “Le donne non possono essere parte del coro. Cori di donne separati sono assolutamente vietati, eccetto che per particolari motivi e con l'autorizzazione del vescovo” (decreto 22 novembre 1907). “Qualunque tipo di coro misto di uomini e donne , anche se stanno in piedi lontano dall'altare, è totalmente vietato” (decreto 18 dicembre 1908).

Il Codice di Diritto Canonico, promulgato nel 1917, contiene i seguenti canoni fondati sul presupposto della impurità rituale delle donne:

Le donne devono essere scelte per ultime per somministrare il battesimo.
Le donne non possono distribuire la santa comunione.
Le ragazze o le donne non sono ammesse a servire la Messa all'altare.
Solo gli uomini possono essere ordinati agli Ordini Sacri.
Le donne devono avere la testa velata in chiesa.
Le sacre vesti devono essere lavate da un uomo, prima che possa toccarle una donna.
Le donne non possono predicare in chiesa.
Le donne non possono leggere le Sacre Scritture in chiesa.

L'inversione nel 1983 (?)
Il nuovo Codice di Diritto Canonico (1983) segna molti miglioramenti nello 'status' delle donne nella Chiesa. Sebbene esso mantenga la proibizione contro l'ordinazione delle donne, e riserva anche il lettorato ed il ministero di acolito ai soli uomini, ha finalmente invertito la posizione della Chiesa per affermare che le donne, 'per delega temporanea', possono compiere questi ministeri in Chiesa.

Le donne possono essere lettori delle Sacre Scritture durante le funzioni liturgiche;
Servire messa;
Commentatori durante l'Eucarestia;
Predicatori della Parola;
Cantori e cantanti, sia come solisti che come membri del coro;
Dirigenti dei servizi liturgici;
Ministri del battesimo:
Possono distribuire la comunione.

Attraverso queste modifiche della Legge Ecclesiastica e della prassi, la Chiesa ufficiale ha finalmente riconosciuto, con alcune eccezioni, che il suo pregiudizio contro le donne basato sulla 'impurità rituale' era infondato. Perché le gerarchie della Chiesa non giungono all'ovvia conclusione che il divieto dell'ordinazione delle donne, fondato su questo ed altri pregiudizi, è totalmente nullo?

Nel passato molti Padri, legislatori canonici, teologi e Capi della Chiesa erano dell'opinione che le donne non potessero essere ordinate sacerdoti perché i loro periodi mestruali le rendevano 'ritualmente impure'.
Se alle donne non era permesso avvicinarsi all'altare, toccare i paramenti dell'altare o i sacri calici ,se non potevano entrare in una chiesa durante le mestruazioni o dopo il parto, e così via, come si poteva immaginare che le donne potessero presiedere all'Eucaristia sull'altare?
E' innegabile, perciò, che la loro opposizione al sacerdozio femminile si giustificava, in larga misura, col pregiudizio che le donne rappresentassero un rischio rituale.
E' chiaro anche questa prevenzione sociale e culturale ha invalidato il loro giudizio sull'opportunità dell'ordinazione delle donne.




Ho voluto riportarvi questo articolo per mettere a conoscenza tutti voi dell' infondatezza delle credenze dell' "impurità rituale" della donna durante il ciclo mestruale...