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giovedì 28 ottobre 2010

Festività Rubate



Come tutti sappiamo le origini del Paganesimo (e di tutte le sue correnti future), parliamo addirittura dall’epoca Paleolitica risalente a 25000 anni fa, sono molto più antiche del cristianesimo.
La Chiesa cattolica scelse un modo subdolo per promuove la sua espansione in Europa, tra cui la costruzione di chiese cattoliche su luoghi di culto pagani, la manipolazione delle festività, la diffusione della paura e le persecuzioni.

Le feste del nostro calendario non sono altro che la conseguenza di ciò che la chiesa ha fatto nei secoli per tentare di sradicare il paganesimo.
L'anno si è sviluppato ed è cresciuto a seconda delle esigenze della comunità cristiana, e di coloro che la governavano.
Il cristianesimo capeggiato da Papi e Vescovi ha massacrato una cultura millenaria, imponendosi con la forza anche sul calendario, ad esempio celebrazioni come il Natale, Ognissanti, la Pasqua, e tante altre feste "minori", non sono altro che le ombre di antichi riti pagani.

Vediamo ora le festività cattoliche e le loro origini pagane.

NATALE
Il Natale come giorno della nascita di Gesù Cristo nasce in tempi recenti, intorno al IV secolo dopo Cristo. Poiché i Vangeli non facevano alcun riferimento ad un'eventuale data di nascita, la Chiesa, che originariamente non festeggiava la nascita di Gesù, decise di fissare una data da celebrare, per arginare i culti pagani e possibilmente inglobarli nelle proprie celebrazione. I vangeli non menzionano la data della nascita di Gesù. Stranamente però, in un almanacco, redatto nel 354 d.C. da Furio Dionisio Filocalo, vi è un frammento di un calendario liturgico cristiano in uso a Roma, che alla data VIII Kalendas Ianuarias, cioè il 25 dicembre, dice: Natus est Christus in Betleem Judaeae.
Per la Chiesa D'Occidente la data del 25 dicembre apparve ufficialmente nel corso del quarto secolo dopo Cristo, al fine di fare coincidere la nascita di Gesù con le festività del solstizio d'inverno e della nascita del Sole, celebrate da tempo immemorabile in Siria e Egitto.
Ma cosa succedeva nell’antichità? I Romani celebravano diverse feste come I Saturnali e Il Sole Invictus. I Saturnali si festeggiavano in onore del dio Saturno, tra il 17 e il 23 dicembre. La particolarità di questa festa era il divertimento e lo scambio dei ruoli sociali, così tra banchetti, giochi d'azzardo, danze, orge, e canti, gli schiavi avevano la possibilità di scherzare con i padroni ed incluso di farsi servire a tavola.
Il Sole Invictus invece, è stato fissato dall' Imperatore Aureliano il 25 dicembre e commemorava il solstizio d'inverno; giorno nel quale le "ombre della notte" prevalevano sulla luce del giorno, ma a sua volta, rappresentava la rinascita dello stesso Astro. Da quel momento in poi i giorni cominciano ad allungarsi lentamente.
Per un pagano la festività del Natale, detta anche Yule è il Solstizio d'Inverno cioè il momento in cui il Sole, l'elemento maschile ingravidatore viene partorito nuovamente dalla sua Madre per garantire lui stesso successivamente, come figlio ed amante, la fertilità della sua sposa. 

Altro simbolo dell’odierno Natale rubato alle tradizioni pagane è l’albero di Natale. Sempre in questo periodo dell'anno, nei paesi scandinavi, poco prima del solstizio, le persone si recavano nel bosco e tagliavano un abete. Una volta portato a casa, lo decoravano con ghirlande e piccoli oggetti fatti da loro stessi. Ed è giustamente sotto quest'abete che passavano la notte che precedeva il solstizio, così come i cristiani fanno oggi a Natale, anche se con una connotazione diversa. Con l'arrivo del cristianesimo però, l'albero è stato interpretato come Cristo (che protegge gli uomini), e le luci come l'energia che lui disperde sull' umanità. 
Nell’antico Egitto l’abete simboleggiava la natività. Nell’antica Grecia l’abete bianco era sacro alla dea Artemide, che era la dea della luna, della caccia e delle nascite. Inoltre, nel calendario celtico, l’abete era destinato al culto del giorno della nascita del Fanciullo Divino.
Secondo altre fonti però, potrebbe derivare dal ciocco di Yule, (in inglese, termine arcaico per Natale) associato a una festa pagana nordica, che durava dodici giorni, il cui ramoscello veniva bruciato all’aperto.


SANTA LUCIA
L'origine della festa va collegata al culto di Demetra (appunto Lucia). Le spighe di grano, gli occhi e la luce sono i simboli dei riti di Eleusi (città greca. Il 13 dicembre rappresentava l'inizio del solstizio d'inverno, era il giorno più buio e corto. Di qui l'invocazione a Demetra Dea della luce, affinchè riporti la luce e l'abbondanza nei raccolti: il grano. Perciò si praticava l'astensione dal mangiare il pane e la pasta, ed in particolare mangiare i chicchi di grano in segno propiziatorio e di ringraziamento alla divinità. Comunque è una festa legata al solstizio d'inverno e alla rinascita della luce. 


EPIFANIA
Il termine "Epifania", di origine greca, che significa "manifestazione" sott'inteso della divinità, è stato utilizzato dalla tradizione cristiana per designare la prima manifestazione della divinità di Gesù Cristo, avvenuta in presenza dei re Magi.
Anticamente, infatti, la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l'anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova. 
Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l'anno successivo.


CARNEVALE
Ai nostri giorni il Carnevale è una festa di gioia e divertimento, un "lasciarsi andare" ai piaceri, che non ha niente a che vedere con la religione, perchè giustamente quest' ultima non ha potuto contrastare questo avvenimento popolare, nel quale restano vivi quasi tutti i costumi pagani. 
Il termine “Carni Levanem” in latino significa "sollievo della carne", c’è chi lo vede come digiuno della carne e chi lo vedeva come valvola di sfogo dalla "repressione" subita nel resto dell'anno, con feste, banchetti e sfilate. 
L'esplosione di gioia e l'uso della maschera avevano la funzione di allontanare gli spiriti malefici. La maschera, infatti, rendendo l'uomo simile agli animali, gli dava un potere simbolico e temporaneo sugli animali sacri.  Si ipotizza che la licenza sessuale, in uso durante il carnevale, sia riconducibile ai riti di fecondità della terra.  L'usanza di bruciare un fantoccio richiama i sacrifici primitivi.  Gli antichi romani si abbandonavano a festeggiamenti, che richiamano il carnevale odierno, durante i "Saturnali", feste dedicate al dio Saturno (divinità italica delle sementi), che iniziavano il 17 dicembre e si protraevano per sette giorni. 


PASQUA
La pasqua cristiana deriva da quella ebraica, e fu celebrata la prima volta nell'anno 160. Il tradizionale uovo pasquale è simbolo di nascita e resurrezione in ogni tradizione culturale. 
In questo giorno i cristiani festeggiano la "resurrezione" di Gesù. Tutti i popoli pagani dell'Impero Romano, e non solo, conoscevano già questa festa, che non è altro che una festa primaverile: gli alberi germogliano, nei prati sbocciano i primi fiorellini e quindi la natura, dopo il freddo inverno, "risorge". L'idea di resurrezione della natura diventò resurrezione di Cristo, e anche questo mito, in qualche modo, fu "incorporato" nella nuova religione che andava diffondendosi in antitesi al paganesimo.
 La pasqua cristiana, inoltre, coincide con la data dell'equinozio di primavera dei pagani. 

I termini Easter e Oster (Pasqua rispettivamente in inglese e tedesco) alludono alla Dea Eostre, divinità anglo-sassone della fertilità, l’equivalente di Afrodite, Venere e Ishtar.
Tra le usanze pasquali più diffuse e radicate c'è quella di scambiarsi le uova, proprio come dettava il culto di Eostre, infatti presso i pagani si celebrava il ritorno della dea andando a scambiarsi "uova sacre" sotto l'albero ritenuto magico del villaggi, in quanto la divinità proteggeva e favoriva la fertilità di ogni aspetto della natura.
Anche nella antica Roma erano, esistevano tradizioni legate al simbolo delle uova. I Romani erano soliti sotterrare nei campi un uovo dipinto di rosso, simbolo di fecondità e quindi propizio per il raccolto. Ed è proprio con il significato di vita che l'uovo entrò a far parte della tradizione cristiana, richiamando alla vita eterna.


ASSUNZIONE DI MARIA - FERRAGOSTO
La parola Ferragosto deriva dal latino, Feriae Augusti, la festa pagana, introdotta in onore dell'imperatore romano Augusto, con cui, dal primo giorno del mese di agosto si celebrava la raccolta dei cereali.
Tale celebrazione che di solito veniva festeggiata in settembre alla fine del ciclo della stagione estiva, venne spostata dall'imperatore Augusto all'inizio del mese che porta il suo nome. Le Feriae Augusti si dipanavano tra riti collettivi e banchetti, bevute ed eccessi sessuali, a cui tutti potevano partecipare, comprese schiavi e serve.
Queste festività che raggiungevano il loro picco il 15 del mese, erano così radicate che la Chiesa decise di cristianizzarle, piuttosto che provare a sradicarle.  Così, nel secolo VI, le Feriae Augusti vennero assorbite e trasformate nella celebrazione dell’Assunzione in cielo di Maria Vergine che, terminata la sua vita terrena, fu elevata alla gloria celeste con l’anima e con il corpo. 


CANDELORA 
Candelora è il nome popolare (deriverebbe dal tardo latino "candelorum", per "candelaram", benedizione delle candele) attribuito dai cristiani alla festa celebrata il 2 di febbraio in ricordo della presentazione di Maria al tempio quaranta giorni dopo la nascita di Gesù. Questo in quanto per gli ebrei, dopo il parto di un maschio, una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni.
Andando indietro nel tempo risaliamo ai Lupercalia che si celebravano alle Idi di febbraio, per i romani l’ultimo mese dell’anno, che servivano a purificarsi prima dell'avvento dell'anno nuovo e a propiziarne la fertilità.
In questa celebrazione, dedicata a Fauno Lupercus, due ragazzi di famiglia patrizia venivano condotti in una grotta sul palatino, consacrata al Dio, al cui interno i sacerdoti, dopo aver sacrificato delle capre, segnavano loro la fronte con il coltello tinto del sangue degli animali. Il sangue veniva poi asciugato con della lana bianca bagnata nel latte, e subito i due giovani dovevano sorridere.  A quel punto i due ragazzi dovevano indossare le pelli degli animali sacrificati; con la medesima pelle venivano quindi realizzate delle strisce (dette februa) da usare a mo' di fruste. Così acconciati e con le strisce in mano, i due giovani dovevano correre attorno alla base del Palatino percuotendo chiunque incontrassero, in particolare le donne che si offrivano volontariamente ad essere sferzate per purificarsi e ottenere la fecondità.
Un'altro momento particolare della festa era la 'februatio', la purificazione della città, in cui le donne giravano per le strade con ceri e fiaccole accese, simbolo di luce.
Per le tradizioni celtiche questa ricorrenza viene chiamata invece Imbolc (da imbolg - nel grembo) e risulta particolarmente legata alla triplice Dea Brigit (o Brigid), divinità del fuoco, della tradizione e della guarigione; anche questa festa venne poi trasformata in età cristiana e il ruolo della Dea affidato alla figura di santa Brigida, a cui vengono attribuite tutte le caratteristiche della divinità, in particolare quella del fuoco sacro.
Sempre in merito alle origini italiche della Candelora, nel "Lunario Toscano" dell'anno 1805 si ritrova questo testo: "La mattina si fa la benedizione delle candele, che si distribuiscono ai fedeli, la qual funzione fu istituita dalla Chiesa per togliere un antico costume dei gentili, che in questo giorno in onore della falsa dea Februa con fiaccole accese andavano scorrendo per le citta', mutando quella superstizione in religione e pieta' cristiana".
Per la cronaca, i gentili erano i pagani e la Dea Februa era Iunio Februata (Giunone purificata), che veniva celebrata a Roma alle Calende di febbraio. Quindi, la purificazione di Maria fu fatta coincidere (per sostituirsi poi del tutto o quasi) con la festa pagana dedicata a Giunone e ai Lupercali.


AVVENTO
 Nella liturgia cristiana segna l’inizio dell’anno liturgico, e comprende le quattro domeniche prima del Natale. Nella Roma precristiana adventus significava la venuta, una volta all’anno, della divinità nel suo tempio. In seguito, assunse anche il significato di visita dell’imperatore o della sua festa. All’inizio il cristianesimo adottò questo termine per designare l’incarnazione di Cristo, Adventus Domini.
 Nel medioevo, durante l’Avvento, erano vietati i rapporti coniugali e i matrimoni, per sottolineare il carattere penitenziale della festa in rapporto al tema della venuta di Cristo.


OGNISSANTI - SAMHAIN
Questa festività coincideva nel mondo pagano come l’ingresso nella parte buia dell’anno, l’inizio del letargo della natura.
Era inoltre l’ultimo giorno dell’anno del calendario celtico e in questa notte speciale il confine fra il mondo dei vivi e quello dei morti diventava più sottile.
Con l’affermarsi del cristianesimo al significato di questa festa, prettamente agricola e pagana, se ne sovrappose un altro prettamente spirituale e religioso. Nel significato religioso si voleva commemorare il mondo dell’aldilà o il mondo della morte il cui significato viene fatto risalire proprio al Samhain dei Celti. Nel VII secolo, con l’avvento al soglio pontificio di Papa Bonifacio IV si tentò di andare oltre e cambiare la festa pagana in festa cristiana dandone così un significato puramente religioso. Per togliere ogni residuo di paganesimo, l’idea originale fu quella di abolire la festa pagana, decisione però che avrebbe scatenato le ire del popolo ancora molto ancorato alle antiche tradizioni. Si optò quindi per lo spostamento e il giorno di festa religioso venne chiamato Tutti i Santi, giorno in cui poter onorare i santi e che cadeva il giorno 13 del mese di maggio. La conseguenza di questa decisione fu quella di avere due feste affiancate, una pagana e una cristiana. Circa due secoli più tardi, e più precisamente nell’835, Papa Gregorio IV fece coincidere la data della festa cristiana con quella pagana per diminuire ancor di più il peso dell’antico culto pre-cristiano. Il giorno della festa di Tutti i Santi cadeva quindi il 1° novembre di ogni anno in coincidenza del giorno successivo alla notte di Samhain. Ma anche questo non bastò a sradicare il culto pagano, cosicché la chiesa introdusse nel X secolo una nuova festa, quella dedicata ai morti, che cadeva il 2 novembre. Durante i festeggiamenti del 2 novembre, dove venivano ricordate le anime degli estinti, i loro cari si mascheravano da angeli e diavoli e, come nella tradizione celtica, accendevano grandi fuochi. Nel 1475 la festività di Ognissanti venne resa obbligatoria in tutta la Chiesa d’occidente da Sisto IV ma il culto pagano, in special modo quello celtico, nonostante un lungo periodo di quasi totale dimenticanza, è sempre sopravvissuto nella cultura dei popoli europei fino ai giorni nostri.


LA TRINITA'
La Santissima Trinità venne definitivamente inserita nelle celebrazioni della Chiesa di Roma da papa Giovanni XXII, nel 1331. 
La figura della trinità è presente nella cultura di molti popoli esistiti molto tempo prima del cristianesimo.
Ecco alcune trinità:
-Egizi: Iside, Osiride, Horus
-greci: Giove, Giunone, Minerva
-scandinavi: Thor, Odino, Fery
-babilonesi: anu, Ea, Enlil
-oriente: Brahma, visnu e shiva

Non dimentichiamo che la Dea wicca è triplice: Fanciulla, Madre e Anziana.


CULTO DEI SANTI 
I primi cristiani avevano la più totale repulsione per ogni tipo di onore o devozione sia per le persone che per le statue o immagini, essendo rigidamente monoteisti come gli ebrei. Negli Atti degli Apostoli si racconta che Pietro rimproverò Cornelio perché si era inginocchiato davanti a lui, con la frase: "Levati, anch'io sono uomo!" (Atti 10:25-26). Non appena il cristianesimo iniziò a diffondersi in terre pagane, la prima e più immediata esigenza dei nuovi convertiti era di trovare un corrispettivo alle divinità protettrici del politeismo. La chiesa, da sempre intollerante solo quando si mette in discussione la sua autorità, ma estremamente compiacente nell'assecondare ogni compromesso spirituale pur di espandersi numericamente, ha pensato bene di istituire, prima a livello ufficioso, poi come obbligo, il culto dei santi. Tuttavia, dopo circa un secolo dall'inizio dell'espansionismo cristiano, si cominciò prima a parlare di "martiri" a proposito di coloro che erano morti a causa di persecuzioni, e successivamente di "santi" per designare coloro che erano riusciti a mettere in pratica in modo efficace tutta la dottrina.
Poiché gli Dèi pagani erano sempre protettori di qualche categoria di persone, si pensò bene di attribuire ad ogni santo una particolare predisposizione nel proteggere persone, luoghi o eventi. La festa del dio locale diventò la "festa del patrono". Anche molti templi dedicati agli dèi e alle dèe pagane furono rinominati con nomi di santi simili ai nomi delle antiche divinità. Cosicché, ad esempio, molti templi di Giove divennero chiese di San Giovenale. Ci sono poi innumerevoli luoghi dedicati alle divinità femminili, principalmente templi di iside, che sono poi diventate chiese dedicate a Maria.


MADONNA
 Il Cristianesimo antico non prevedeva alcun tipo di devozione che non fosse rivolta esclusivamente a Dio. La penetrazione della nuova religione in territorio greco-romano ha fatto sì che fossero importati culti pagani, opportunamente rivisitati per dare loro quantomeno una sfumatura nominalmente cristiana.  La Chiesa ha sempre tollerato di buon grado queste contaminazioni, in quanto hanno favorito l'adesione al cristianesimo da parte delle popolazioni pagane, che potevano ritrovare elementi a loro familiari. Di tutte le contaminazioni pagane, la creazione del culto della "madonna" rivolto a Maria madre di Gesù è forse il più appariscente e anche quello che contrasta di più con i testi dei Vangeli. Nei vangeli non si scorge alcuna venerazione nei confronti di Maria, anzi, è una semplice madre che rimprovera il figlio e che deve sopportare le parole del figlio. Ma non è tutto: nel vangelo di Luca si racconta di una donna che fu probabilmente la prima persona a rivolgere delle parole di devozione alla madre di Gesù, in presenza di quest'ultimo. La donna disse infatti:"Beato il seno che ti portò e le mammelle che ti allattarono!" Ma Gesù disse: "Beati piuttosto quelli che odono la Parola di Dio e l'osservano." (Luca 11:27-28), quasi snobbando la figura di madre.

Ma i popoli pagani che aderivano, per fede, per paura o per convenienza, alla nuova religione, non potevano certo dedicarsi alla lettura dei vangeli (poiché buona parte erano analfabeti) e preferivano seguire una religiosità istintiva, che li portava addirittura a preferire il culto di qualche divinità "materna" piuttosto che l'austera adorazione dell'unico Dio. Esistono anche motivazioni psicologiche profonde, che rendono la figura materna più protettiva e rassicurante di quella paterna. Il culto della madonna, sebbene contenga elementi sincretistici di varia provenienza, deriva principalmente dal culto di ISIDE.

È Iside che era definita "la Vergine", come del resto molte altre madri di eroi divini secondo i miti mediterranei. Poiché Iside rappresentava la notte (nei miti pagani sono rappresentati anche eventi astronomici -  vedi anche sotto la voce "natale") molte sue statue erano nere (come le tenebre appunto) e questo spiega l'esistenza di "madonne nere".
E’ stato appurato, da reperti, che moltissime chiese cattoliche sono sorte su antichi templi di Iside, ad esempio Notre Dame a Parigi.
La chiesa cattolica, nei secoli, pur non avendo alcun conforto nei testi evangelici, anzi in antitesi agli stessi vangeli, è andata elaborando una "teologia mariana" che ha concentrato sempre di più su Maria le mitologie pagane sulle divinità femminili, materne, vergini. Persino le FESTE dedicate a Maria sono la trasformazione, anzi per meglio dire il proseguimento, di antiche feste dedicate alle madonne pagane. Fu il concilio di Efeso a introdurre ufficialmente nella chiesa cristiana il mito pagano della Dèa madre che fecondata da un Dio padre fa nascere un essere semidivino. Maria fu proclamata "Madre di Dio" nel 431, ben 4 secoli dopo la predicazione di Gesù.  Non è un caso che ciò sia avvenuto proprio ad Efeso, città che aveva un forte attaccamento al culto di una madonna (in questo caso si trattava di Artemide o Diana). 


I GIORNI DELLA SETTIMANA
Lunedì, è il giorno della Luna
Martedì, richiama al dio pagano Marte
Mercoledì, è il giorno di Mercurio
Giovedì, richiama la divinità pagana Giove
Venerdì, richiama la divinità pagana Venere
Sabato (in inglese Saturday),richiama alla divinità pagana Saturno
Domenica (in inglese Sunday), è il giorno del Sole (in inglese sun)


LA DOMENICA DI RIPOSO
L'idea del riposo domenicale risale alla legge del 7 marzo del anno 321, quando l'imperatore Costantino impose l'obbligo civile di riposo nel "venerabile giorno del sole".


GLI ELEMENTI
Nelle chiese cristiane sono presenti simboli che la religione cattolica ha inglobato dal paganesimo, questi simboli sono i 4 elementi.
Terra e Acqua, che sono rappresentati da acqua e sale, sono presenti nell’acqua benedetta (appunto acqua e sale, seguendo il filo pagano del sale purificatore), il fuoco è presente nelle candele e infine l’aria che è rappresentata dall'incenso.



Alla fine di tutto ciò possiamo dire che ciò che il Cristianesimo fece fu di incorporare nel proprio calendario, tradizioni popolari preesistenti e che volendo cristianizzare il paganesimo, alla fine si giunse al risultato opposto, ovvero di paganizzare il cristianesimo.

1 commento:

  1. GIORNO
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