Passeggiando nei boschi non vi è mai capitato di incontrare dei cerchi di teneri funghetti dal sapore magico e chiedervi come si siano creati? Questi sono i Cerchi delle Fate.
Ma che cosa sono i cerchi delle fate?
Sono cerchi formati fate ed elfi che si divertono a danzare per tutta la notte. È per questo che l’erba al suo interno appare come consumata dal lungo calpestìo dei piedini fatati. Occorre davvero molto tempo, anche secoli, perché un cerchio si formi nella radura di un bosco, ma nel Regno delle Fate il tempo trascorre in modo diverso di quanto accade da noi, infatti quella che per le Fate appare una sola notte di danze sfrenate può essere in realtà un tempo lungo cent’anni ai nostri occhi.
Riporto ora una leggenda irlandese tratta dal libro “Leprechaun Tales” di Yvonne Carroll:
Niamh era
una dolce bambina che abitava nella campagna irlandese con i genitori e il
fratellino minore, Liam. Da un po' di tempo le capitava una cosa strana: di notte era svegliata dalla musica trascinante
di un flauto, accompagnato da tanti altri strumenti che creavano una melodia
meravigliosa, mai udita prima.
Una notte, decise di seguire il
suono.
Il
fratellino Liam la udì mentre si alzava e tentò di
fermarla, ricordando le raccomandazioni dei genitori sui pericoli che si celano
nel bosco, ma Niamh voleva assolutamente scoprire da dove provenisse la
melodia. Allora il fratellino decise di seguirla.
Si inoltrarono nel bosco, fino ad
arrivare in una radura, illuminata da centinaia di candele. Con stupore
videro fate e folletti danzare in
cerchio, seguendo il ritmo di un flauto d'argento suonato da una
bellissima ninfa.
In sottofondo, si poteva udire il
suono di violini, banjo a quattro corde, chitarre ed arpe.
Niamh
non poté trattenersi: si sciolse dalla stretta del fratello e a passo
di danza si unì al cerchio delle fate. Liam la chiamò e chiamò, cercando di
convincerla a uscire dal cerchio. Ma ad un certo punto una luce abbagliante
avvolse gli esseri fatati e Niamh, finché scomparvero tutti in
un pulviscolo di stelle.
Le ricerche della bambina durarono
per molto tempo, ma non ottennero risultati. Finché, vent'anni dopo, Liam
tornò nostalgicamente in quel luogo, in cui era ancora visibile il
cerchio di erba calpestata. Proprio in quel momento si sentì chiamare:
"Liam, Liam! Sei tu? Avrò danzato per venti minuti, ormai, è
ora di tornare a casa da mamma e papà".